[Recensione] La voce delle cose perdute – Sophie Chen Keller

Buongiorno lettori e bentornati al Salotto dei libri!
Oggi vi parlo de La voce delle cose perdute, una storia dolce e intrisa di magia che vi porterà alla scoperta delle strade di New York e dei suoi abitanti. In questo viaggio non sarete soli, perché a farvi compagnia ci saranno un ragazzo speciale con la passione per gli oggetti smarriti e un labrador goloso e intraprendente. Pronti a scoprire insieme una delle novità editoriali più interessanti del momento?

f24c5420-0f66-4d6f-a7c8-03d549056b6e.jpgLa voce delle cose perdute – Sophie Chen Keller
Editrice Nord – Pagine 330
Narrativa contemporanea straniera
Traduzione di: Patrizia Spinato
Copertina rigida, € 18.00

Trama: Walter odia le parole. Soffre di un disturbo che gli impedisce di articolare bene i suoni e, un giorno, stanco delle prese in giro, ha smesso di provarci. Ha deciso di chiudere la bocca e aprire gli occhi. Adesso, a dodici anni, nota quello che sfugge alla maggior parte delle persone. Ed è diventato bravissimo a ritrovare le cose perdute. Ecco perché, quando il libro della madre scompare, si lancia nella ricerca insieme al suo unico amico, Milton, un Labrador grassoccio e intraprendente. I due si avventurano negli angoli dimenticati di New York, incontrando persone che per gli altri sono invisibili. Grazie alle loro storie, fatte di solitudine ma anche di tanta generosità e speranza, Walter capirà che la vita è un dono troppo prezioso per lasciarlo scorrere. E così riuscirà non solo a trovare le pagine del libro perduto, ma anche la forza di aprirsi agli altri e di dare voce ai suoi sogni.


E’ capitato a tutti noi di avere l’impressione di aver perso qualcosa, di sentirci soli e incompresi. Questo romanzo ci ricorda che, nonostante tutto, c’è tanta speranza nel mondo. E che basta avere il coraggio di guardarsi intorno con occhi nuovi e ascoltare il nostro cuore per ritrovare ciò che abbiamo smarrito.

Walter è un bambino speciale, uno di quelli che parla poco ma a cui non sfugge nulla. I suoi occhi arrivano a vedere ciò che il resto del mondo – vuoi per pigrizia, vuoi per mancanza d’attenzione – non nota, ed è così che ha iniziato a ritrovare gli oggetti smarriti negli angoli più improbabili di New York. Sempre insieme al suo fedele taccuino, dove annota indizi e dettagli apparentemente insignificanti, Walter spera di poter ritrovare un giorno anche la strada che lo condurrà da quel padre che non ha mai conosciuto, Walter senior, scomparso prima della sua nascita in circostanze ancora tutte da verificare.

L’avventura di questo ragazzo così speciale è avvolta da uno velo di magia che permea ogni angolo della sua vita e si concentra in particolar modo sulla pasticceria gestita da Lucy, sua madre. In questo luogo ai confini del mondo la magia si mescola alla realtà, i deliziosi manicaretti prendono vita e diventano parte attiva e viva della scena, immergendosi in tazze ricolme di caffè e compiendo giri di danza da un angolo all’altro del negozio. A rendere la pasticceria della famiglia Lavender così unica è un libro altrettanto magico, dono di una misteriosa benefattrice passata di lì tempo prima. Proprio il libro costituisce una delle attrattive principali del negozio, e Walter e sua madre lo tengono custodito gelosamente e con estrema cura. Quando, inspiegabilmente, il libro scompare dalla sua postazione, Walter capisce che è il momento di entrare in azione e di avviare una nuova indagine, importantissima e vitale per le sorti della pasticceria. Accanto a lui l’immancabile compagno di avventure Milton, il labrador di famiglia goloso e giocherellone, indispensabile per la buona riuscita della missione.

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La voce delle cose perdute è un libro che si sofferma sulla solitudine del protagonista, sulla diversità che spesso lo ha portato ad essere incompreso dagli altri e che al tempo stesso costituisce il suo punto di forza. Walter ha un dono e lo mette a servizio di chi lo circonda, il suo è un messaggio di speranza e di coraggio, oltre che di tenacia. La sua storia personale si mescola con quella degli abitanti degli angoli più improbabili di New York e il risultato è un romanzo polifonico, dalle molteplici sfaccettature – tante quante sono le realtà con cui Walter entra in contatto.

Sophie Chen Keller racconta la storia di Walter in maniera, oserei dire, poetica. Ogni parola è permeata di amore, di magia e di speranza – perché tutto ciò che è stato perduto può essere ritrovato, che siano oggetti, persone o, perché no, anche se stessi. Basta crederci fino alla fine e non demordere mai.

La voce delle cose perdute conduce per mano attraverso difficoltà e ostacoli, insegna a credere nei sogni e nella magia, invita a ricercare la felicità nei dettagli, in tutte quelle cose che spesso sfuggono all’attenzione e che, in fin dei conti, sono le più importanti.

Voto finale: 4/5 stelline.

Alla prossima,
Simona

 

[Recensione] La vita in un istante – Gabrielle Zevin

Buongiorno lettori e bentornati al Salotto dei libri!
Oggi vi propongo la recensione a La vita in un istante, nuovo romanzo di Gabrielle Zevin pubblicato come sempre da Editrice Nord.

la vita in un istante.jpgLa vita in un istante – Gabrielle Zevin
Editrice Nord, 356 pagine
Traduzione di: Elisa Banfi
Genere: Narrativa contemporanea
Copertina rigida, € 18.00 – Ebook € 9.99
In vendita da: Febbraio 2018

Trama: Aviva Grossman ha ventun anni e un’unica colpa: essersi innamorata di un importante uomo politico. Ma, quando quella relazione diventa di dominio pubblico, i media non hanno pietà: travolta da una valanga di accuse, illazioni e (falsi) moralismi, Aviva non trova comprensione neppure nella famiglia ed è costretta ad allontanarsi dalla Florida e a cambiare nome, nella speranza che il tempo cancelli le tracce del suo errore. Se non il perdono, almeno l’oblio… Tredici anni dopo, Jane Young abita in un paesino del Maine con la figlia Ruby. Ha una bella casa, un buon lavoro, una vita tranquilla. Ma tutto cambia quando Ruby inizia a fare ricerche sul padre, che lei non ha mai conosciuto. Nell’era di Internet, nulla si cancella e, ben presto, Ruby si trova di fronte a una verità sconcertante. Possibile che sua madre abbia mentito a tutti sulla propria identità e sul proprio passato? Ruby deve sapere. Perciò scappa a Miami, alla scoperta delle sue origini. E così anche Jane sarà costretta ad affrontare il fantasma di Aviva… Col suo stile delicato, ironico e sorprendente, Gabrielle Zevin ci racconta cosa significa essere donna nel mondo di oggi, un mondo in cui agli uomini è concesso tutto, mentre le donne sono ancora giudicate a ogni passo. Un mondo in cui basta un istante per stravolgere una vita. Ma anche un mondo che si può – che si deve – affrontare a testa alta, con coraggio e determinazione, per affermare il proprio diritto alla felicità.


Quattro donne. Un segreto. Cento modi per nasconderlo. Ma fino a quando?

La vita in un istante è un romanzo complesso, di quelli che non lasciano nulla al caso e che hanno come obiettivo quello di far riflettere – principalmente su tematiche che, apparentemente, chiunque pensa di poter giudicare e di conoscere e che, spesso e volentieri, arrivano a violare anche l’integrità fisica e morale del singolo. E’ quello che succede alla protagonista, la giovane Aviva, colpevole di essersi innamorata dell’uomo sbagliato al momento sbagliato, di aver investito se stessa ed i suoi sentimenti in una relazione destinata a sfociare nello scandalo e in una serie di accuse a dir poco deleterie. La vita della ragazza diventa improvvisamente un inferno: non riesce a trovare un lavoro (pur essendo in possesso di più di una laurea)  perché nessuno è intenzionata ad assumerla, non riesce ad allacciare una relazione o un qualsivoglia tipo di legame perché nessuno vuole starle accanto. D’altra parte, chi oserebbe stare insieme a qualcuno di così compromesso e privo di morale? La risposta è piuttosto ovvia.

Così, incapace di sostenere il peso insopportabile di insulti, sguardi torvi e minacce, Aviva decide di cambiare vita e di provare a ricominciare da capo, lontana dalla città che ha tragicamente segnato il suo destino e quello di sua figlia Ruby – frutto di quella passione scandalosa condannata e rifiutata dalla società.

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La vita in un istante è una storia fittamente intrecciata, la narrazione non è lineare e numerosi sono i ricordi legati al passato e alle vicende che hanno segnato per sempre non solo la vita di Aviva – divenuta poi Jane – ma anche quella della sua famiglia. Conosciamo più da vicino Rachel (sua madre) e Ruby, che comincerà a fare ricerche su quel padre di cui non sa nulla, nemmeno il nome. Le donne che si raccontano in questa storia hanno imparato a cavarsela da sole, sono delle autentiche guerriere moderne che non hanno paura di affrontare ciò che il destino pone sulla loro strada. Aviva/Jane in particolare è uno di quei personaggi che riesce a penetrare sottopelle e le descrizioni che Gabrielle Zevin fa di lei e della sua storia sono così vivide ed intense che è impossibile non rimanerne colpiti. 

In questo romanzo è forte la componente misogina, specchio – purtroppo – di una società che ancora non ha imparato ad assumersi le proprie responsabilità. Quando si parla di scandali che coinvolgono potenti uomini politici, a finire al patibolo è sempre la donna/amante in questione, capro espiatorio su cui riversare colpe, improperi e cattiverie. Chissà perché l’uomo, al contrario, ne esce sempre pulito. Sulla scia del famoso scandalo Lewinsky, Gabrielle Zevin propone una storia altrettanto scottante e scandalosa e offre ulteriori spunti di riflessione sulla realtà di cui, volenti o meno, tutti facciamo parte. La versione romanzata che la scrittrice americana propone al pubblico è intensa e spesso affilata come una lama, dolce/amara e malinconica, conscia delle evidenti disparità di sesso che ancora esistono e del potere che la rete acquista, giorno dopo giorno, sulla vita di ogni essere umano. Gabrielle Zevin conquista sin dalle prime battute e si distingue per il suo stile pulito e incisivo e per la sua straordinaria capacità di descrivere le complesse situazioni psicologiche nei loro aspetti più profondi, senza tralasciare dettaglio alcuno.

Giudizio complessivo: 4/5 stelle. 

[Recensione] Caraval – Stephanie Garber

Buongiorno lettori e bentornati (finalmente) al Salotto dei Libri!
Dopo una sessione invernale particolarmente intensa eccomi di nuovo qui a parlarvi del primo libro che sono riuscita a terminare a distanza di mesi, Caraval di Stephanie Garber. 

Caraval.pngCaraval – Stephanie Garber
Rizzoli, 430 pagine
Genere: Fantasy Young adult
Traduzione di: Maria Concetta Scotto di Santillo
Copertina rigida, € 18.00 – Ebook, € 9.99
In vendita da: Novembre 2017
Trama: Il mondo, per Rossella Dragna, ha sempre avuto i confini della minuscola isola dove vive insieme alla sorella Tella e al potente, crudele padre. Se ha sopportato questi anni di forzato esilio è stato grazie al sogno di partecipare a Caraval, uno spettacolo itinerante misterioso quanto leggendario in cui il pubblico partecipa attivamente; purtroppo, l’imminente, combinato matrimonio a cui il padre la sta costringendo significa la rinuncia anche a quella possibilità di fuga. E invece Rossella riceve il tanto desiderato invito, e con l’aiuto di un misterioso marinaio, insieme a Tella fugge dall’isola e dal suo destino… Appena arrivate a Caraval, però, Tella viene rapita da Legend, il direttore dello spettacolo che nessuno ha mai incontrato: Rossella scopre in fretta che l’edizione di Caraval che sta per iniziare ruota intorno alla sorella, e che ritrovarla è lo scopo ultimo del gioco, non solo suo, ma di tutti i fortunati partecipanti. Ciò che accade in Caraval sono solo trucchi ed illusioni, questo ha sempre sentito dire Rossella. Eppure, sogno e veglia iniziano a confondersi e negare la magia diventa impossibile. Ma che sia realtà o finzione poco conta: Rossella ha cinque notti per ritrovare Tella, e intanto deve evitare di innescare un pericoloso effetto domino che la porterebbe a perdere Tella per sempre…


Ricorda, è solo un gioco…

Caraval è un romanzo ambiguo, affascinante e dal grande potenziale – che però, purtroppo, non è stato sfruttato pienamente. La storia ha tutte le caratteristiche giuste per poter funzionare, a partire dal misterioso e sfuggente Master Legend, uno dei personaggi che teoricamente avrebbe dovuto possedere dei tratti specifici e una personalità esuberante e che invece finisce relegato sullo sfondo per gran parte della vicenda, ridotto a mera comparsa e ad entità quasi astratta. Più in generale gli elementi che di questo romanzo non convincono sono essenzialmente due: i personaggi e le ambientazioni. I primi sono appena accennati, spesso compiono delle azioni illogiche (ad esempio non è spiegato da nessuna parte il motivo per cui il padre delle protagoniste, il governatore Dragna, sia così feroce ed oppressivo nei confronti delle figlie, al punto da arrivare a compiere su di loro violenze efferate), spesso ancora vengono sottolineate fino allo sfinimento alcune caratteristiche proprie della personalità di ognuno di loro:  con Rossella in particolare è davvero molto, molto difficile instaurare un rapporto di empatia, chiusa com’è nel proprio bigottismo e nelle proprie convinzioni. Fortunatamente nel corso della vicenda alcuni lati del suo carattere verranno smussati, anche se per buona parte del romanzo rimarrà qualcuno con cui non riuscirete mai a sentirvi affini al cento per cento. Donatella, invece, rimane al di fuori dei giochi praticamente fino alla fine, quindi di lei non riuscirete a farvi un’opinione precisa se non utilizzando quei pochi elementi forniti dall’autrice: la figlia minore del governatore Dragna è esuberante e spericolata, ha sete di avventure e desidera ardentemente liberarsi dalla tirannia paterna (e per ottenere la libertà è decisamente disposta a qualsiasi cosa). Infine c’è Julian, il misterioso marinaio che accompagnerà le sorelle Dragna a Caraval e che sarà accanto a Rossella durante le notti dedicate al gioco, alla ricerca di Tella e degli indizi per giungere a lei. Julian è, tra tutti, il personaggio che convince di più, quello più carismatico ed enigmatico dell’intera vicenda – molto più di Legend, che di affascinante ha solo il nome e la fama che lo precede.

Altro tasto dolente sono le ambientazioni, sulle quali l’autrice avrebbe potuto giocarsela molto meglio. I luoghi in cui il gioco di Caraval si svolge sono evanescenti, descritti a malapena e relegati quasi esclusivamente ai margini della vicenda, comparse colorate sulle quali non viene mai spesa una parola in più del dovuto. Amara è dunque la constatazione di una mancata cura dei dettagli, specialmente in un posto dove magia, meraviglia e stupore dovrebbero regnare sovrani. Stesso discorso si potrebbe fare per il mondo in cui le protagoniste vivono, anch’esso carente di descrizioni e di una parvenza di collocazione geografica. Cosa sono le Isole Conquistate? In che modo la loro conquista è avvenuta? Sono domande alle quali, purtroppo, probabilmente non avremo mai risposta. 

Nonostante gli ingranaggi alla base della storia non abbiano funzionato come avrebbero dovuto, Caraval è senz’altro un romanzo che si fa leggere con piacere, che regala dei bei momenti di evasione e che tiene col fiato sospeso. Il finale è caotico e affrettato, succedono molte cose insieme e tutti – o quasi – i nodi vengono al pettine. Si intuisce che ci sarà un seguito e si tenta di gettarne già le premesse. La curiosità di scoprire come verranno sviluppate è tanta, accompagnata dalla speranza di una trama più solida e convincente. Lo stile dell’autrice non convince fino in fondo, il lessico utilizzato per descrivere sensazioni e stati d’animo è ripetitivo, numerosi sono i riferimenti ai colori abbinati a questa o quell’emozione e, in generale, sembra come se l’autrice non riesca ad esprimere i sentimenti dei personaggi se non attraverso metafore a volte banali, a volte insensate. 

In conclusione Caraval può essere definito come un romanzo dal potenziale inespresso, non sfruttato fino in fondo. L’idea di base era senz’altro valida, ma purtroppo non è stata supportata da abilità stilistiche e lessicali all’altezza dell’intreccio che probabilmente l’autrice aveva in mente di costruire. L’attesa era tanta, la soddisfazione è stata poca. Questo a dimostrazione del fatto che, nonostante tutto, anche quando un libro viene osannato è sempre meglio approcciarsi ad esso con i piedi di piombo.

Voto finale: 3/5 stelle. 

[Blogtour] Le Cronistorie degli elementi. Il regno dell’acqua – Laura Rocca

Buongiorno lettori e bentornati al Salotto dei Libri!!
Oggi ho il piacere di ospitare la penultima tappa del blogtour dedicato al nuovo, imperdibile romanzo della serie Le Cronistorie degli Elementi di Laura Rocca.
Dopo essere stati nei Regni del fuoco, dell’aria e della terra preparatevi ad affrontare una nuova ed entusiasmante avventura alla scoperta del Regno dell’Acqua!

il regno dell'acqua fronte.jpgLe Cronistorie degli Elementi – Il regno dell’acqua
Autrice:
Laura Rocca
Editore: Self publishing su Amazon
Pagine: 536
Genere: Urban Fantasy/Paranormal Romance
Prezzo ed. Kindle: € 3,99
Disponibile anche per gli iscritti Kindle Unlimited
Prezzo ed. cartacea: prossimamente
Data uscita: 19/01/18
Link per l’acquisto: https://www.amazon.it/dp/B07911ZJPH/
Libri Precedenti: http://amzn.to/2bw8Qz8
Sito autricewww.laurarocca.it
Pagina facebook: https://www.facebook.com/LauraRoccaAutrice
Gruppo facebook: https://www.facebook.com/groups/LeCronistoriedegliElementi/
Booktrailer: https://www.youtube.com/watch?v=fJPn62wy850

Trama: Appreso il contenuto della prima parte di Profezia, Aidan e Celine possono finalmente prepararsi per la spedizione nel Regno dell’Acqua, ma raggiungere il Castello sembra sempre più difficile. Non esiste spiegazione alle ingerenze improvvise del nemico sul territorio. Le protezioni sembrano attive, ma le Forze del Vuoto riescono a penetrare e a seminare il panico tra gli abitanti del Regno. Tentando di varcare i confini protetti, Celine realizza che il male annienta le sue capacità e il suo compagno, non avendo ancora recuperato i poteri da Prescelto, non è in grado di fornirle sufficiente supporto. Aidan, intuendo le vere ragioni del nemico, decide che è giunto il momento di agire, di dimostrare al mondo, e a se stesso, che è davvero degno di essere uno dei Prescelti. Tenendo Celine all’oscuro del pericolo al quale ha deciso di esporsi, combatterà una guerra molto più significativa di quella per riconquistare il Regno, ma dovrà valutare con attenzione ogni scelta poiché il peso delle sue azioni ricadrà su tutti, specialmente su colei che ama. Aidan sarà abbastanza forte da mettere a tacere definitivamente quell’anima oscura che lo perseguita? Quale condizione porrà loro lo Spirito dell’Acqua per venire a capo dell’enigma? E che cos’è quella misteriosa Reliquia di cui non avevano mai sentito parlare?


«I nostri successi spesso passeranno inosservati, ma i nostri errori avranno il potere di distruggerci».

Eccomi qui, ancora una volta, a parlarvi di una delle serie fantasy made in Italy che più mi ha appassionata e coinvolta nel corso degli ultimi anni. E’strano pensare che sia già trascorso qualche anno da quando Aidan, Celine e i loro compagni d’avventura sono entrati a far parte della mia vita, ed è ancora più strano pensare che con il prossimo romanzo il ciclo si chiuderà definitivamente. In me – come suppongo in tutti coloro che stanno leggendo questa serie – convivono il desiderio di scoprire come andrà a finire e il dispiacere di dover chiudere la meravigliosa porta spalancata da Laura Rocca sul mondo di Aidan e Celine. La storia legata ai due protagonisti (e a tutti coloro che gravitano intorno ad essi) si fa, in questo penultimo capitolo, ancora più fitta e complicata. Il Regno dell’Acqua è disastrato, i nemici sono ovunque e nel popolo sembra essersi diffuso a macchia d’olio un clima di sfiducia e scontento. La situazione è ancora più grave rispetto a quella degli altri Regni e l’intervento di Celine deve essere tempestivo – la posta in gioco è troppo alta e non sono ammessi errori di alcun tipo, pena la perdita di vite preziose. Accanto alla protagonista ribelle e passionale che tanto abbiamo imparato ad amare non può mancare la sua metà, colui del quale si è innamorata al primo sguardo: Aidan, il guerriero del fuoco, chiave di tutto e centro indiscusso di questo quinto capitolo della serie. E’ a lui, infatti, che l’autrice affida il compito più importante, quello che deciderà le kindlelibroacqua.jpgsorti non solo dei custodi, ma dell’umanità intera. Aidan è il personaggio che fra tutti ha compiuto il percorso di crescita più evidente, ha imparato pian piano ad assumersi le sue responsabilità e si è trovato più volte di fronte a bivi e scelte difficili da prendere. E’ proprio nel Regno dell’Acqua che scoprirà il ruolo importante e decisivo che gli è stato affidato e diventerà ancora più consapevole di sé e di ciò che dovrà fare per proteggere coloro che ama. Preparatevi ad una lettura all’insegna dei colpi di scena e delle emozioni. Laura Rocca ha già ampiamente dimostrato la sua bravura nel tenerci con il fiato sospeso, ma in questo libro è riuscita decisamente a superare se stessa e le mie aspettative. Nel Regno dell’Acqua accadrà veramente di tutto, non mancheranno segreti e verità taciute, momenti di passione e scene di lotta avvincenti, contrasti e riavvicinamenti, antiche Profezie svelate e altre ancora da scoprire. Ogni personaggio verrà messo a dura prova, molti di loro dovranno scendere a patti con la propria coscienza ed i propri sentimenti, altri ancora verranno portati alla luce e avremo modo di conoscerli più da vicino – come ad esempio Lonn, il giovane illusionista che poco alla volta è riuscito a conquistare la fiducia di Celine e dei suoi compagni. Anche in questo romanzo, come nei precedenti, ritroveremo più volte i punti di vista dei vari componenti della spedizione e avremo dunque una visione variegata e completa dell’ardua missione che attende i due Prescelti. Affascinanti come sempre le descrizioni degli ambienti – sia interni che esterni – e dei pensieri di ogni singolo personaggio. Laura Rocca è bravissima nel condurci nella mente di ognuno di loro e riesce a mettere in luce, sempre, un lato diverso delle varie personalità – se vuole rendere antipatico qualcuno sa benissimo quale registro utilizzare, così come se, al contrario, vuole farci riflettere, indignare, commuovere. Avevo già intuito da tempo la versatilità di questa autrice, il Regno dell’Acqua è stata solo un’ulteriore conferma dei miei pensieri. Lo stile della Rocca è fluido e armonioso, diventa impossibile fare a meno delle sue parole una volta iniziata la lettura di un suo romanzo, nonostante la mole di pagine non sia mai esigua. Il Regno dell’Acqua è un climax ascendente che non si arresta, ma che al contrario culmina in un epilogo da brivido che lascia presagire parte di quello che accadrà nell’ultimo capitolo della saga. Resistere fino alla prossima uscita sarà dura, ma non ho dubbi che Laura saprà offrire una degna conclusione alla saga che l’ha portata nei cuori di tanti, tantissimi lettori. Ho come l’impressione che fino alla fine non potremo stare tranquilli, che le sorprese e gli imprevisti saranno ancora tantissimi. Non so voi, ma io non vedo l’ora di scoprirli tutti!
Alla prossima,
Simona


Vi ricordo di seguire e commentare tutte le altre tappe del blogtour per partecipare all’estrazione del giveaway finale. Vi lascio di seguito il calendario, che potrete consultare in caso vi sia sfuggita qualcosa.

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[Recensione] Fiori sopra l’inferno – Ilaria Tuti

Buongiorno lettori e bentornati al Salotto dei Libri!!
Dopo aver letto due thriller abbastanza deludenti sono lieta ora di potervi parlare di Fiori sopra l’inferno, esordio per Longanesi della friulana Ilaria Tuti.

Fiori sopra l'infernoFiori sopra l’inferno – Ilaria Tuti
Longanesi, 372 pagine
Genere – Thriller
Copertina rigida, € 16.90
Ebook, € 8.99

«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa.
Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine.
Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura


LA NUOVA PROMESSA DEL THRILLER ITALIANO
UNA STORIA CHE SCUOTE LA MENTE E IL CUORE

pexels-photo-167699 (1).jpegL’esordio di Ilaria Tuti è stato preceduto da un grande fermento in rete e da una massiccia campagna pubblicitaria da parte della casa editrice – non sempre queste operazioni di marketing sono veritiere, ma in questo caso sì. Ilaria Tuti cattura l’attenzione sin da subito, complici atmosfere suggestive e scorci della vegetazione selvaggia ed incontaminata del Friuli Venezia Giulia, perfetto sfondo per un omicidio efferato e per un’indagine da brivido. Il commissario Teresa Battaglia è senza dubbio un altro dei punti di forza del romanzo: avanti con l’età, diabetica, decisamente poco in forma e, soprattutto, schiva e burbera. Teresa Battaglia è schietta, perspicace, empatica solo con chi decide lei. E’ una donna forte e tenace che si ritrova a fare i conti con gli anni che avanzano e con una ferita mai ricucita del tutto che ha determinato la sua solitudine e ha forgiato la sua tempra, messa ora a dura prova dall’incedere inesorabile di qualcosa a cui non può rimediare. Teresa è, inoltre, una profiler eccellente, riesce con pochi indizi ad effettuare un’analisi dettagliata dei vari criminali che incontra sulla propria strada, sa quali sono i punti deboli su cui affondare la lama per poter giungere alla risoluzione dei casi. Questa volta, però, non è così’ semplice: il killer che ha iniziato a seminare paura tra gli abitanti della piccola comunità di Travenì non rientra in nessuno schema, agisce impulsivamente, senza controllo. Il commissario e la sua squadra, tra cui spicca l’ispettore Marini, si mettonopexels-photo-418831.jpeg subito sulle tracce dell’assassino, scavando nel passato e nei segreti di una valle avvolta da misteri e silenzio. Il romanzo abbraccia diversi punti di vista, permettendoci di entrare nei pensieri più profondi di vari personaggi e di conoscerli meglio. L’indagine si snoda tra passato e presente, portando alla luce una realtà mostruosa e aberrante (purtroppo non fittizia) che influirà molto sulla sorte degli eventi e sui protagonisti della vicenda. Fiori sopra l’inferno è un esordio eccellente e ben costruito in ogni suo dettaglio, i personaggi funzionano e sono umani, veri, imperfetti. Lo stile dell’autrice è magnetico, riesce ad assorbire completamente l’attenzione del lettore. Ilaria Tuti è estremamente versatile, passa da un registro ad un altro con disinvoltura e competenza e riesce a donare emozioni intense in ogni circostanza. Un romanzo che si fa leggere in pochissimo tempo, col fiato sospeso e il cuore a mille. Consigliatissimo!
Alla prossima,
Simona