[Recensione] La casa sull’isola – Catherine Banner

Buongiorno lettori e buon Venerdì a tutti voi!
Chiudiamo in bellezza la prima settimana di Maggio con la recensione di un libro di cui mi sono letteralmente innamorata: La casa sull’isola di Catherine Banner, pubblicato il mese scorso dalla casa editrice Tre60.

La casa sull'isolaLa casa sull’isola – Catherine Banner
Tre60, 412 pagine
Genere: Narrativa contemporanea
Traduzione di: Laura Di Rocco
Copertina rigida, € 16,80
In vendita da: Aprile 2017

1914, Isola di Castellamare, Sicilia. In una notte d’inverno, due bambini nascono in due case distanti solo qualche centinaio di metri. Il primo è figlio di Amedeo, il medico condotto dell’isola, e di sua moglie Pina. Anche il secondo è figlio di Amedeo, ma la madre è la sua amante, Carmela, moglie del sindaco di Castellamare. Silenzioso e letale, lo scandalo si propaga nell’isola e distrugge la reputazione di Amedeo, che si ritrova così a gestire un bar-pasticceria collocato all’interno di una vecchia casa, la cui terrazza diventa per lui – e per gli abitanti di Castellammare – un luogo da cui osservare e commentare un mondo che cambia vorticosamente: la tragedia di due guerre mondiali, lo slancio della ricostruzione, le tensioni sociali e politiche degli anni ’70, la sfacciata abbondanza degli anni ’80 e le luci e le ombre del nuovo millennio. E, sebbene sull’isola tutto sembri immutabile, i figli e i nipoti di Amedeo non soltanto vivranno tutti questi cambiamenti, ma v’intrecceranno anche le loro storie di amicizia e d’amore, di morte e di speranza.


WhatsApp Image 2017-05-04 at 17.58.58La casa sull’isola è stato il libro rivelazione del mese di Aprile, innanzitutto perché mi ha fatto conoscere un’autrice talentuosa, che sa bene cosa vuole raccontare e ha tutti gli strumenti giusti per farlo nella maniera più incisiva possibile, e poi perché mi ha trascinata indietro nel tempo, ha portato alla mia immaginazione profumi, sapori e tradizioni che nemmeno conoscevo e mi ha fatta innamorare ancora di più della Sicilia, terra che non conosco benissimo, ma che da sempre mi affascina parecchio.
Catherine Banner sa il fatto suo e ci propone un romanzo indimenticabile, una ricca e corposa saga famigliare che appassiona e dalla quale staccarsi è difficile. Ogni personaggio è curato fin nel più piccolo dettaglio ed è inserito alla perfezione nel contesto storico e sociale nel quale la vicenda è ambientata. Il punto forte del romanzo è proprio la sua complessità, il suo inserirsi senza impaccio tra guerre e politica, tra realtà sociali differenti – presenti non solo nell’Italia in sé (ad esempio le disparità tra Firenze e Castellammare, la piccola isola siciliana fulcro della narrazione, sono abissali), ma addirittura all’interno della stessa comunità – sull’isola, infatti, vige una gerarchia non scritta, ma ugualmente chiara a tutti, un prestigio sociale basato sulla ricchezza e sul ruolo ricoperto in città.
I fatti narrati coprono un arco temporale piuttosto lungo e iniziano, pressappoco, intorno agli anni 1914-1921: l’autrice descrive abilmente l’agonia provocata dalla guerra, il grande senso di instabilità dovuto alla partenza degli uomini, la forza delle donne nel rimboccarsi le maniche e continuare con le attività quotidiane. Sin da subito conosciamo uno dei grandi protagonisti della storia, il dottor Amedeo Esposito, che dalla caotica Firenze si sposta in un’isoletta sperduta nei pressi della Sicilia per esercitare la sua professione. La realtà che l’uomo trova davanti a sé è totalmente differente da quella da cui proviene: Castellammare è una gemma persa nei meandri del tempo, i suoi abitanti vivono umilmente, tutti si conoscono e anche le malelingue non mancano. Amedeo giunge sull’isola nella serata dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata, patrona e protettrice del luogo, e sin da subito si rende conto che la vita, lì, non sarà semplice. Un flashback magistralmente narrato ci mostra l’infanzia del protagonista, il suo abbandono al brefotrofio fiorentino, i suoi problemi e la solitudine che ha caratterizzato gran parte della sua vita. Castellammare rappresenta per lui un riscatto, la possibilità di ricominciare da capo e di costruire una famiglia tutta sua. Ovviamente, come potrete immaginare, succederanno tantissime cose – scandali, amori e passioni proibiti, pentimento e dolore. Le emozioni che la lettura di questo romanzo mi ha lasciato sono troppe per essere descritte, ogni pagina è ricca di vissuto e di ricordi ed è impossibile non assaporare ogni parola che l’autrice imprime sulla carta. Lo stile di Catherine Banner è quanto di più poetico possiate immaginare, le sue parole sono dolci e incisive e, all’occorrenza, altrettanto dure e lapidarie.
La casa sull’isola è un romanzo che segna e rimane impresso nella memoria, non è uno di quei libri che lasciano un’impronta sbiadita destinata a scomparire nel giro di qualche giorno. La storia della famiglia Esposito – di tutte le generazioni che incontreremo (e non sono poche) – entra sottopelle e coinvolge, non c’è stato mai un momento in cui ho percepito la mia attenzione venire meno, al contrario mi sono trovata sempre più immersa nelle vite e nei pensieri dei protagonisti. Ho amato in particolare la forza dimostrata dalle donne, figure centrali dell’intera vicenda, forti e misericordiose, ostinate e controverse come solo noi donne sappiamo essere. Nei volti degli abitanti di Castellammare ho percepito l’autenticità, l’assenza di costrizioni e costruzioni, e tutti mi sono apparsi reali nei loro pregi e difetti. Reali come la bravura dell’autrice, che si è piazzata in cima alla lista dei miei scrittori preferiti e della quale spero di leggere presto altro. Consiglio questo romanzo a chi ama le storie corpose e dense, dove azione e riflessione si susseguono incessanti, dove i personaggi da tenere a mente non sono pochi – così come le emozioni. La casa sull’isola è un viaggio sulle montagne russe dal quale uscirete cambiati. Lo consiglio caldamente e non posso che votarlo con 5/5 stelline.
Alla prossima,
Simona

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