Buongiorno lettori,
ben ritrovati al Salotto dei libri!! Oggi parliamo di un libro che è entrato a pieno diritto nella lista delle migliori letture del 2017 – siamo solo a Gennaio, ma so già che non mi ricapiterà di nuovo di imbattermi in una lettura del genere. Si tratta de La corsa di Billy di Patricia Nell Warren, ristampato proprio nel mese corrente dalla Fazi Editore.
A metà degli anni Settanta, l’allenatore Harlan Brown viene cacciato dalla prestigiosa Penn State University per sospetta omosessualità. Perde tutto – famiglia, lavoro, amici –, e trova rifugio dal suo passato e da se stesso in un piccolo college di New York, dove cerca di mascherare il proprio conflitto sessuale con un’esistenza il più spartana e conformista possibile. Si è fatto una promessa che ha intenzione di mantenere: non innamorarsi mai più di un uomo. Ma la sua vita viene nuovamente sconvolta quando tre giovani atleti si presentano nel suo ufficio: l’esuberante Vince Matti, il timido Jacques LaFont e il ventiduenne Billy Sive, un potenziale grande talento per i diecimila metri. Vittime a loro volta di discriminazione sessuale, non vogliono rinunciare ai propri sogni. L’uomo è profondamente diviso: se accetterà di allenarli, alimenterà i pettegolezzi su di lui, ma i tre hanno stoffa e questa potrebbe essere la sua ultima occasione di puntare in alto. Alla fine, poste condizioni ferree, accetta di prenderli sotto la sua ala. Harlan è subito affascinato dal talento di Billy e capisce che il ragazzo ha le qualità per partecipare alle Olimpiadi di Montréal del ’76. Quando, molto presto, la sua ammirazione si trasforma in una sensazione che non provava da anni, deve fare la scelta più difficile della sua vita: combattere i propri sentimenti o uscire allo scoperto e sfidare l’ultraconservatore establishment sportivo, rischiando di far sfumare per sempre il sogno olimpico dei tre ragazzi. Amore, passione e lotta politica si fondono così in un crescendo di tensione, fino all’esplosivo finale, giocato sullo spettacolare palcoscenico olimpico.
Pubblicato per la prima volta nel 1974, La corsa di Billy è stato il primo romanzo gay a diventare subito un libro di culto, ottenendo un grandissimo successo internazionale.
Ci sono dei libri che urlano così forte che rimanere indifferenti di fronte al loro richiamo è impossibile. La corsa di Billy è uno di questi. Il personaggio incarnato da Billy Sive rappresenta la voce di una vera e propria comunità di persone che per molti – troppi – anni non si è vista riconoscere la propria identità, i propri diritti, i propri valori. Quello a cui dovete prepararvi, nel momento in cui scegliete di approcciarvi a questa lettura, è qualcosa che va ben oltre la realtà fittizia che si cela dietro ad un libro. Immaginate di tornare indietro nel tempo e di essere in America, la grande e indistruttibile America, con il suo “sogno americano” che vede incarnati nell’uomo e nella famiglia una serie di valori insindacabili. Immaginate di trovarvi qui e di essere gay, di essere costantemente spaventati all’idea di essere voi stessi e di manifestare in pubblico i vostri sentimenti perché discordanti dal modello ideale americano, da quella patina di perfezione che la società vuol mostrare di sé al mondo. E’in questo contesto che l’allenatore della squadra di atletica della Penn State University, Harlan Brown, è nato e cresciuto. Ex marine, padre di due figli e sposato ad una moglie che non ama (e dalla quale non è amato) Harlan cresce cercando di sopprimere la sua vera natura e le sue inclinazioni, perché poco consone all’educazione ricevuta dal padre. Scendere a patti con la propria identità sessuale è un processo delicato e per molti è una vera e propria fonte di malessere: il giovane Harlan vive costantemente tra il rimpianto e la paura, in bilico tra il lasciarsi andare e la paura per quello che potrebbe succedere. Nonostante ciò viene accusato di molestie da parte di uno studente e di conseguenza viene allontanato dal suo ruolo di allenatore alla Penn State.
Harlan finisce così a Prescott, un’Università che segnerà per sempre la sua vita e che diventerà il fulcro di gran parte della narrazione. A sconvolgere l’equilibrio da lui trovato arrivano tre giovani e aitanti corridori: Vince Matti, Jacques la Font e Billy Sive, cacciati dalla squadra di atletica dell’Università dell’Oregon perché gay. Sin da queste prime battute ci rendiamo conto di come l’essere gay fosse una discriminante in ogni aspetto della vita, sport compreso. Harlan Brown accoglie i tre atleti in squadra, ripromettendosi di non cedere all’attrazione che irrimediabilmente inizia a provare per uno di loro, Billy.
Parlarvi di questo personaggio non è semplice, perché è quello a cui mi sono affezionata più di tutti ed è quello per il quale ho sofferto maggiormente, ma ci proverò.
Billy diventa l’emblema della speranza e del riscatto, il simbolo di tutti i gay d’America e non solo. In lui tutti vedono se stessi, vedono quel coraggio che in più di un’occasione non hanno avuto, vedono la determinazione nel portare avanti i propri ideali anche quando tutto il mondo sembra essere contrario. Giorno dopo giorno il rapporto tra Billy e Harlan diventa sempre più intenso e, inevitabilmente, i due finiscono per innamorarsi.
Leggere di un amore così vivo e pieno di passione mi ha commossa e intenerita. Noi lettori viviamo tutto tramite gli occhi di Harlan e insieme a lui cadiamo vittime del giovane corridore dagli occhi azzurri, che con la sua falcata leggera entra di prepotenza nel nostro cuore e ci insegna a vivere secondo i nostri principi e i nostri desideri. Billy è un personaggio carismatico, schietto, divertente e incredibilmente innamorato della vita. Lui ed Harlan provengono da due ambienti del tutto diversi: mentre il giovane è cresciuto con un padre gay sposato con un transessuale, il secondo è cresciuto convinto di dover sopprimere la sua identità. Harlan non ha mai vissuto un amore folle, i suoi rapporti sessuali sono sempre stati dettati dal bisogno di soldi o dal desiderio di sfogare le proprie pulsioni. Tutto ridotto al semplice atto fisico, ma nulla di più. Billy lo completa, lo rende migliore, lo spinge ad uscire allo scoperto. Non pensate che questo romanzo fantastico si limiti a narrare una relazione omosessuale, perché non è così. Accanto alla componente affettiva c’è anche l’ambito sportivo, fatto di pregiudizi e beffe, ma anche di legami sinceri. Il mondo dell’atletica ci viene rappresentato in tutte le sue sfumature: dagli aspetti prettamente tecnici ( i vari tipi di gara e di allenamento, ad esempio) agli aspetti burocratici (meeting, gare, associazioni competenti) e per finire a quelli personali. Ritrovarsi in un ambiente del genere non è facile per Billy e i suoi due amici, Vince e Jacques. Billy si dimostra il più forte dal punto di vista psicologico, semplicemente perché non si vergogna di essere se stesso: corre a testa alta, si espone, non teme il giudizio.
Questo romanzo è, tra le altre cose, una denuncia vera e propria alla meschinità dell’uomo, che quando vuole sa essere la creatura più crudele di tutte. Billy e i compagni vengono discriminati nei modi peggiori possibili, vengono esclusi dalle gare per i motivi più impensabili e, in tutti i modi, proveranno a metter loro i bastoni tra le ruote.
Ad arrivare in soccorso dei gay è una sentenza della Corte Suprema riguardo la sodomia, dove vengono riconosciuti agli omosessuali pari diritti e tutele. Grazie a questo evento e grazie soprattutto al padre di Billy – noto avvocato civile e ottimo nelle cause riguardanti i gay – Harlan e la sua squadra riusciranno a gareggiare in tutte le competizioni più importanti. Il sogno di Billy è quello di partecipare alle Olimpiadi di Montreal del ’76 ed Harlan lo allena giorno e notte per portarlo a gareggiare al meglio nei 5000 e nei 10.000 metri. E’bellissimo assistere alla costanza di Billy, alla sua tenacia, al suo stringere i denti anche quando i crampi diventano insopportabili. Leggendo questo libro è inevitabile fare il tifo per Billy, è un personaggio che riesce ad incunearsi sotto la pelle, credetemi.
Accanto alla componente sportiva c’è poi il contesto sociale, ben descritto e analizzato nelle sue dinamiche. Molti gay – forti della presenza di Billy – iniziano a manifestare, a combattere per i propri diritti e, accanto a loro, scendono in campo anche attivisti etero che si battono per giuste cause (vengono citate ad esempio anche le manifestazioni contro il razzismo). La storia d’amore tra il corridore e il suo allenatore suscita fermento non solo a livello locale, ma globale: gente da tutto il mondo arriva per vedere gareggiare Billy, per supportarlo e manifestare solidarietà. Ho amato questo libro perché è di ampio respiro, perché non si sofferma solamente sull’aspetto sessuale di una relazione tra gay, ma affronta la tematica da tutti i punti di vista, sociale e politico in primis.
Grazie alla Warren ho ora un’idea più precisa di come vivevano i gay nell’America degli anni ’70, delle lotte e dei sacrifici che si celano dietro i traguardi e le vittorie man mano raggiunti. Billy è un simbolo vero e proprio, è il portavoce di chi ha taciuto per troppo tempo, è la speranza che tutti aspettavano.
La corsa di Billy è sicuramente poi una storia di solidarietà, di amicizia, di famiglia e questo ci insegna che se abbiamo al nostro fianco le persone giuste qualsiasi ostacolo può essere abbattuto. Altro elemento che ho amato di questo romanzo è lo stile dell’autrice, che ho trovato perfettamente adeguato in ogni situazione. Più di una volta sono rimasta basita dalla brutalità degli eventi e da come la Warren ha deciso di presentarceli, ma poi ho capito che non avrebbe potuto fare altrimenti. In generale trovo la storia affascinante, interessante, in grado di far riflettere. Sicuramente ci troviamo di fronte ad un romanzo dolce-amaro, un romanzo spiazzante che toglie tutto nel momento in cui da. Dire che dopo aver girato l’ultima pagina ero pietrificata forse non rende sufficientemente l’idea. Nonostante il retrogusto amaro quella di Billy, di Harlan, di Vince, di Jacques e di tutti i gay è una storia che merita di essere ascoltata, un’unica e potente voce che non deve smettere di echeggiare anche a distanza di tutti questi anni. Dico questo perché purtroppo anche di questi tempi di pregiudizi e cattiverie nei confronti dei gay ce ne sono tanti. Magari se tutti leggessero questo libro imparerebbero ad essere più umani. Io ci spero sempre.
Lettura dunque super consigliata! Non fatevi spaventare dalle parti più tecniche, quelle dedicate allo sport: è affascinante conoscere un mondo che alla stragrande maggioranza di noi è precluso e, vedrete, una volta fatta l’abitudine divorerete i paragrafi dedicati all’atletica e alle sue caratteristiche con voracità. Un libro dunque che aprirà la vostra mente e scuoterà le vostre coscienze. Il mio voto è di 5/5.
Alla prossima,
Simona
La corsa di Billy – Patricia Nell Warren
Fazi editore, 331 pp.
Traduzione di Silvia Nono
Collana: Le strade
Copertina flessibile, € 18,50
In vendita da Gennaio 2017