[Recensione] Le cose belle che vorrai ricordare – Mattia Bertoldi

Buongiorno e buon Lunedì, cari lettori!
Iniziamo la settimana con la recensione di uno degli ultimi libri che ho avuto il piacere di leggere, Le cose belle che vorrai ricordare, una storia toccante e commovente che mi ha fatto compagnia nei giorni scorsi – tra compleanni e battesimi vari. Mattia Bertoldi è un autore che mi ha colpita moltissimo, continuate a leggere per scoprire perché!

Le cose belle che vorrai ricordareLe cose belle che vorrai ricordare – Mattia Bertoldi
Tre60, 350 pagine
Genere: Narrativa
Cartonato con sovraccoperta, € 16,90
In vendita da: Aprile 2017
Zoe ha 5 anni quando metà del suo mondo si appanna; una malattia rende cieco il suo occhio sinistro, trasformandolo in una specie di perla. Solo grazie all’affetto dei genitori, e soprattutto del padre, che le insegna a vivere in modo sereno e positivo, Zoe riesce a sentirsi non diversa ma «speciale»: la sua sensibilità le permette di vedere ciò che altri non vedono, le dà una marcia in più per combattere le battaglie della vita. Zoe ha 21 anni quando la sua intera esistenza cambia: dopo la morte della madre, torna a casa, in quel paesino da cui era fuggita per inseguire il sogno di diventare pianista. Nulla sembra cambiato, ma tutto è diverso, perché suo padre – il suo energico, allegro, coraggioso padre – si è chiuso in un mutismo assoluto, il cuore indurito dal dolore e dalla solitudine. Toccherà quindi a Zoe riaccendere in lui la speranza, senza sapere però che quella fiammella illuminerà un segreto destinato a cambiare la sua vita e quella dell’intero paese, riscrivendo le storie grandi e piccole che lo animano. Perché ci sono sempre cose belle che si vogliono ricordare. Basta cercarle e guardarle con occhi nuovi, occhi “di perla”…


Raccogli le cose belle che vorrai ricordare, da qua a per sempre.
Ma mi raccomando: devono essere solo cose memorabili.

WhatsApp Image 2017-05-08 at 12.18.45Le cose belle che vorrai ricordare è un romanzo meraviglioso che ho scoperto nel weekend appena terminato ed è proprio una di quelle cose belle che vorrò ricordare a lungo, perché mi ha totalmente rapita e affascinata. La storia di Zoe e della sua famiglia mi ha commossa e ha toccato le corde più sensibili del mio cuore, quelle che proprio non riescono a rimanere indifferenti e si sciolgono come neve al sole di fronte a circostanze del genere. La protagonista, Zoe, vi conquisterà sin dalle primissime righe: la conosciamo bambina , tra i corridoi di un ospedale, dove a soli 5 anni le viene diagnosticato un retino blastoma unilaterale irreversibile che le fa perdere la vista all’occhio sinistro. Bertoldi è stato bravissimo a descrivere l’esperienza della malattia dal punto di vista di una bambina, ho adorato la dolcezza con la quale ha dipinto Zoe e tutti i personaggi che le ruotano attorno, dalla famiglia all’equipè medica – in particolare l’oculista di fiducia, che ha sempre delle caramelle alla fragola in tasca per i suoi giovani pazienti.
Zoe dimostra sin da subito di essere una bambina speciale, non solo per il suo occhio, ma per il suo modo di affrontare la vita. Accanto a lei troviamo un papà straordinario, di quelli che aiutano a trovare il buono nelle cose di tutti i giorni, anche quando il resto del mondo vede solo il negativo, e una mamma forse meno espansiva e più rigida, ma con un modo tutto suo di amare la propria figlia.
La narrazione procede alternandosi tra ieri e oggi, mantenendo costantemente un buon ritmo e una prosa sempre fluida e adeguata: Bertoldi mi ha conquistata con la sua semplicità e con la sua dolcezza, due caratteristiche che adoro trovare in un buon romanzo. La storia è narrata in prima persona da Zoe, sia nel passato che nel presente.
Proprio i capitoli riservati all’oggi sono quelli che più mi hanno tenuta incollata alle pagine del libro: Zoe ha ventuno anni, ha da poco perso sua madre e suo padre è caduto in una depressione profonda e la situazione è talmente grave da spingerla ad abbandonare la sua vita in Danimarca e a fare ritorno in Svizzera, alla casa della sua infanzia. L’aspetto che più mi ha colpita della storia è la capacità dell’autore di amalgamare alla perfezione contenuti differenti: non si focalizza tutto sulla malattia di WhatsApp Image 2017-05-08 at 12.18.37Zoe, ma si affrontano anche problemi famigliari, obiettivi di vita, ricordi del passato e sogni circa il futuro. Le cose belle che vorrai ricordare è un romanzo dinamico, in continuo movimento: ogni capitolo è un’impronta importante, un tassello necessario per comporre la storia e ogni personaggio che incontreremo nel corso della lettura ci lascia, a suo modo, qualcosa. Ho amato Zoe e la sua forza d’animo, il suo rapporto con il papà, il suo desiderio di farlo stare bene: nel passato conosciamo un uomo pieno di vita e di speranze, sognatore e ottimista, mentre nel presente ci troviamo di fronte una persona distrutta che ha perso l’amore della sua vita e ha deciso di rinchiudersi in casa e di isolarsi dal resto del mondo. Mi sono emozionata nel leggere di come Zoe fa di tutto per liberare il padre dal guscio nel quale si è rinchiuso, ho percepito netta e precisa la forza di un legame così forte, come quello che solo tra padre e figlia può esserci.
D’altro canto ho amato moltissimo anche conoscere Zoe dal punto di vista personale: amicizie, cotte, il suo amore per il pianoforte e per la musica, il rapporto con il suo cane Polifemo. Tutto, di questa ragazza, mi ha appassionata e in particolare sul finale le emozioni mi hanno travolta come un fiume in piena, costringendomi in più di un’occasione a mettere i stand by la lettura e a riprenderla solo dopo essermi calmata.
Non capita spesso che un autore riesca a coinvolgermi a tal punto, Mattia Bertoldi invece c’è riuscito al primo colpo e di questo non potrò mai ringraziarlo a sufficienza: Sono proprio i libri come questo a farmi amare la lettura, libri che lasciano un’impronta e a cui continui a pensare anche dopo aver girato l’ultima pagina. Spero di leggere presto altro di questo talentuoso e promettente autore italiano! Il mio voto è di 5/5 stelline.
Alla prossima,
Simona

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